Ormai è noto da settimane, ma adesso si è anche concretizzato: Fabio Fazio dice addio alla Rai. E con lui la sua “compagna” televisiva Luciana Littizzetto, insieme a Che tempo che fa, format che probabilmente traslocherà sul Nove insieme ai due artisti.
Una grossa perdita per la Rai, con tanto di polemiche politiche. E anche di questo si è parlato durante l’ultima puntata di ieri sera, con i saluti speciali di Fabio e Luciana. “Grazie a tutti quelli che hanno lavorato con noi, e grazie a tutti quelli che si sono fatti sentire in questi giorni” – dice Fazio – “Un grazie sempre alla Rai: è la tv pubblica, non possiamo non volergli bene. Proprio in questi giorni 40 anni fa feci il primo provino con Bruno Voglino e dopo quel provino entrai in Rai facendo l’imitatore a Pronto Raffaella. Il grazie più grande voglio dirlo al pubblico che in questi 40 anni è cresciuto con me, sono stati 40 anni bellissimi!”
Luciana, invece, è stata più incisiva, tra ironia e sfogo: “Cara Rai, regina del tubo catodico, tu che sei partita con un canale e ora ne hai più di Venezia…Eccoci arrivati alla fine della nostra relazione. E’ finita, non abbiamo superato la crisi del settimo governo. Io ho iniziato qui la carriera, sono arrivata qui che Don Matteo non era nemmeno in seminario. Fabio è arrivato prima di me. Sono stati anni proprio belli, abbiamo resistito anche quando siamo stati cambiati di rete, soprattutto grazie ai milioni di telespettatori che ci hanno voluto bene e, anche grazie al nostro impegno, ma non grazie ad altro e questo ci tengo a dirlo a muso duro”.
“Cara Rai, tu per me non sei la parte politica che ti governa. Mi lasci dei ricordi straordinari e purtroppo anche Fabio. Mi dispiace lasciare qui tanta gente che sgobba ogni giorno e che le poltrone che si contendono i capi non le hanno nemmeno mai viste. Grazie con tutto il mio cuore, grazie a Fabio l’unico presentatore che se fa pessimi risultati gli danno addosso e se ne fa ottimi gli danno addosso il doppio. Infine cara Rai non dimenticarti mai che il servizio è di tutti, di quelli che pensano come chi li governa, di quelli che la pensano diversamente e persino di chi non è andato a votare”