Soap & Novelas: #IlSegreto Ventisettesima storia inedita · GONZALO RIESCE A FAR CONDANNARE I MALFATTORI A CUBA. NICOLAS TORNA A PUENTE VIEJO PRONTO A FARE I CONTI CON LA GIUSTIZIA!

Il Segreto Ventisettesima storia inedita, la storia continua … “Nicolas Ortuno”

Soap&Novelas: Il Segreto Ottava Storia Inedita AURORA E LUCAS ANCORA INSIEME. A PUENTE VIEJO TORNA BEATRIZ DOS CASAS! SARÀ GUERRA CON MARCELA?

Dal mese di novembre 2020, in esclusiva mondiale vi proponiamo le storie inedite dei personaggi più amati della telenovela. Nel corso delle stagioni in tanti hanno lasciato Puente Viejo in cerca di un futuro migliore, chi per sfuggire a pericolosi nemici, chi per costruirsi una nuova vita. Ci siamo chiesti spesso cosa sia accaduto ai nostri beniamini. Il nostro blog vi svelerà in anteprima il loro destino con racconti nuovi, emozionanti e avvincenti per non abbandonare mai le vicende di Puente Viejo. E lo facciamo con questo post dedicato a Il Segreto, Ventisettesima storia inedita

Il Segreto, Ventisettesima storia inedita · La figlia di Nicolas

A PUENTE VIEJO COMPARE UN VISO CONOSCIUTO. MA ASSENTE DA MOLTO TEMPO DOPO UNA FUGA ROCAMBOLESCA: SI TRATTA DEL VEDOVO DI MARIANA, LA SORELLA DI ALFONSO E FIGLIA DI ROSARIO, SCOMPARSA TRAGICAMENTE PER MANO DI UN ASSASSINO. MA PERCHÈ L’UOMO È TORNATO DOPO TANTI ANNI?

PUENTE VIEJO/CUBA 1933

Marcela fatica a riprendersi del tutto dalla prima impressione fino a quando non abbraccia Nicolas e comprende che non è uno spettro, come aveva temuto vedendolo avvicinarsi dal sentiero in mezzo ai campi di Puente Viejo. La giovane che gli cammina a fianco non è il fantasma di Mariana Castaneda ma sua figlia Juanita, una ragazzina bruna e slanciata che da lontano potrebbe passare per la sua defunta madre. “Che meraviglia Nicolas! Vederti è una sorpresa, e che meraviglia è tua figlia!”. Si rivolge a Camelia, che è rimasta indietro di qualche metro, aspettando rispettosamente. “Lui è lo zio Nicolas, Camelia, e lei è tua cugina Camelia”.

Camelia invita Juanita a vedere un’ansa del fiume che ha il fondo pieno di rane in letargo e la ragazzina accetta volentieri. Basta un gesto affermativo di Nicolas che Juanita prenda per mano Camelia e le due si allontanano correndo verso la riva del fiume che dista solo pochi metri dal punto in cui si trovano. “Ora che siamo soli… Raccontami, Nicolas. Sei venuto per vivere a Puente Viejo? Sei riuscito a regolare la tua situazione con la giustizia grazie alle leggi di amnistia? Sarebbe una notizia meravigliosa!”. Nicolas risponde con una smorfia che indica con chiarezza che non è accaduto nulla di quanto pensava Marcela. “Si tratta di qualcosa di più complicato di così”.

A settemila chilometri di distanza da Puente Viejo, in un magazzino del porto di La Havana, Gonzalo è seduto di fronte ai tre grandi proprietari ai cui malvagi piani si oppone, circondato da un gruppo di brutti ceffi che controllano ogni suo più piccolo movimento. Gli basta inclinarsi sulla sedia perchè gli uomini serrino i ranghi inquieti. Il ceffo si avvicina a Gonzalo con i pugni pronti per rispondere in malo modo quando l’uomo gli accusa di codardia, ma uno dei proprietari lo ferma. “Basta!” grida, guardandolo severamente finchè l’uomo non fa un passo indietro. Solo allora continua e si dirige a Gonzalo “Non so se tu sia un incosciente o abbia direttamente perduto il poco senso che avevi. Non uscirai da qui intero, suppongo tu lo sappia”.

“Non posso dire di averlo pianificato, ma sono qui”. Il ceffo prosegue “E allora perchè sei venuto? Sono proprio curioso. Ti abbiamo sempre considerato un idiota da quando hai rifiutato di associarti con noi e prenderti la tua parte di guadagno, ma questo supera di gran lunga il tuo livello abituale di idiozia buonista”. Gonzalo continua “Avete ucciso tre innocenti nell’ultimo anno. Erano lavoratori onorevoli. Padri e madri di famiglia, con fratelli, figli, una vita. Per quanto ripetiate che non erano nessuno, questo non lo renderà di certo vero… A che pro negare che avete ordinato la loro morte?”. 

Un Altro proprietario che finora non ha aperto bocca annuncia “Non solo lo abbiamo ordinato. Siamo anche stati presenti fino alla loro esecuzione, in modo che le nostre facce fossero le ultime che avrebbero visto e le nostre risate gli ultimi suoni che avrebbero udito”. Gonzalo si arrabbia e il terzo proprietario da l’ordine di ucciderlo. Gli sgherri lo legano e lo picchiano con forza. Gonzalo si rende conto di aver fatto male i calcoli dei rischi ma un gruppo di soldati irrompe nel magazzino. Tutti si trovano circondati da militari. I tre proprietari sono consapevoli di essere condannati. Lionel abbraccia Gonzalo che non riesce ancora a parlare ma sorride: giustizia è stata fatta!

Il ritorno di Nicolas tra i sopravvissuti di Puente Viejo è colmo di lacrime e di parole che si fermano in gola per l’emozione. Intorno alla tavola che matias e Marcela hanno preparato per celebrare il ritorno di chi hanno molto amato, come è il vedovo di Mariana Castaneda, siedono coloro che lo avevano conosciuto ma sono rimasti al villaggio: Matias e la sua famiglia, Dolores, Tiburcio e Hipolito. Dolores prende la mano di Juanita “Sei bellissima. Suppongo che te lo senta dire spesso ma sei proprio…”. “Uguale alla mia mamma” termina la frase con grazia la figlia di Mariana e Nicolas. Tutti sono felici tranne Nicolas. Gli sguardi di Marcela, Matias e Hipolito s’incrociano formando un triangolo di complicità.

Solo con loro due Marcela ha condiviso la risposta inquietante che Nicolas le aveva dato sulla domanda del perchè fosse tornato a Puente Viejo. Approfittando di un momento di silenzio, Matias prende l’iniziativa e invita Camelia ad andare aa giocare con Juanita, in modo che gli adulti abbiano sufficiente intimità per poter conversare di quel futuro incerto di cui ha fatto cenno Nicolas. Quando entrambe si allontanano insieme a Dolores e Tiburcio, è proprio Nicolas a prendere parola “Suppongo sia arrivato il momento di spiegare cosa faccio qui”.

Nell’ora successiva, Nicolas racconta la storia della sua fuga. Come è passato di paese in paese, viaggiando in America da Nord a Sud e da Est a Ovest. “Bastavano pochi mesi in ogni nuova città per capire i fantasmi che tormentavano viaggiavano con me, per quanto mi impegnassi a lasciarli indietro. E la paura cresceva fino a diventare insopportabile. Mi terrorizzava non poter proteggere Juanita, che mi riconoscessero e arrestassero lasciandola sola in un paese straniero. Era troppo piccola e non avrebbero fatto altro che portarla in qualche istituto mentre io ero in prigione”. Hipolito lo interrompe “Non hai avuto nessuna colpa. La colpa è stata di quel maledetto che l’ha assassinata”. Marcela tenta di mediare per non farlo mortificare.

Nicolas dice che è tornato a Puente Viejo per farla finita e Matias si mette in allarme. “Sono stanco di fuggire. Sono venuto per consegnarmi alle autorità e aggiustare i conti con la giustizia, così Juanita non sarà mai sola”. I tre gli danno il loro appoggio e Hipolito pensa alle leggi di amnistia ma Nicolas sa che passerà molti anni in carcere. Il suo unico pensiero continua a essere Juanita, che non conosce le circostanze della morte di sua madre, e nemmeno che si è fatto giustizia da solo. Sa di doverle raccontare la verità prima di procederle con il suo piano ma non sa da dove cominciare. Marcela, Matias e Hipolito condividono il silenzio preoccupato dopo la confessione di Nicolas. Ora sono coscienti della prova terribile che dovrà affrontare.

Il giorno seguente inizia con una mattinata radiosa che solo l’inverno può offrire. Proprio al momento della colazione Nicolas trova il momento giusto per parlare da solo con sua figlia e raccontarle le terribili circostanze della morte della madre, e come il suo assassino avrebbe potuto passarla liscia se lui non si fosse fatto giustizia da solo. “Non sono orgoglioso di quello che ho fatto, figlia mia. Non per l’assassino ma perchè non sapevo che ti avrei condannato a una fuga senza fine e al pericolo che rimanessi sola in caso mi arrestassero. Per questo ci spostavamo tanto. So che non capivi il motivo ma questa era la ragione”. Juanita tenta di digerire il racconto di Nicolas senza dire nulla. Lui ha temuto quel momento per anni.

“Se a partire da questo momento non avrò più il tuo affetto, lo prenderò come il pagamento per i miei errori. Solo voglio che tu capisca che non sono solo un assassino. O almeno, non ho mai voluto esserlo. E spero tu possa perdonarmi per tutto il danno che ti ho fatto, o che ti farò”. Finalmente Juanita ha una reazione: non con un rimprovero ma con un abbraccio al padre. Le lacrime di Nicolas che fino ha quel momento ha trattenuto si sciolgono quando Juanita prende parola “Sono molto orgogliosa di te. Non c’è nulla da perdonare. Ti voglio bene e te ne vorrò sempre, e sono sicura che anche la mamma dal cielo lo pensa. Non sei un assassino ma il mio eroe, anche ora che so cosa hai passato. Ti voglio bene papà, succeda quel che succeda”.

Quella stessa sera, un plotone di guardie si presenta al villaggio cercando Nicolas. Entrano nella piazza del paese con reticenza di chi non ha la ragione del tutto dalla propria parte. Tutti gli abitanti rimasti a Puente Viejo sono nella piazza e in silenzio. Al centro del gruppo c’è Nicolas. Al suo lato stanno Hipolito, Marcela, Matias e sua figlia Juanita, che gli prende la mano con un gesto incerto. Per lei è la prima volta che si separa da suo padre. Il primo a prendere parola è il capo: “Signor Ortuno, siamo venuti per metterla a disposizione dell’udienza provinciale, proprio come il suo avvocato ha concordato con il magistrato che giudicherà il caso. Date le circostanze del suo arresto, spero non ci sarà bisogno di fare uso delle armi”.

Matias esclama niente armi e Nicolas alza le mani e fa un cenno per calmare gli animi. Nicolas si volge verso sua figlia e la abbraccia con forza. “Andrà tutto bene, non ti preoccupare di nulla. Voglio che tu stia bene e sia forte. Se abbiamo fortuna, torneremo a stare insieme molto presto. Sei a casa con la tua famiglia. Starai bene, devi essere fiduciosa”. Nicolas si rivolge alla guardie, fa loro un gesto e la comitiva lascia la piazza dirigendosi verso l’ingresso del paese, dove hanno lasciato i veicoli che lo porteranno all’udienza.

Hipolito torna dopo aver accompagnato Nicolas. Va direttamente a incontrare Matias e Marcela, che hanno aspettato svegli nel salone della Locanda. Hipolito racconta le novità “L’avvocato ci stava aspettando, Nicolas ha fatto una dichiarazione iniziale e si è messo a disposizione del magistrato. Avrà una cella individuale e ci hanno assicurato che sarà trattato in maniera dignitosa mentre si aspetta la decisione. Allora sapremo con certezza se c’è possibilità che il Tribunale prenda in considerazione la nostra line di difesa perchè si possa ottenere l’amnistia adottata dalla proclamazione dalla repubblica”.

Hipolito continua ancora “Nicolas aveva ragione. Il nome di Perez de Ayala ha ancora un grande peso in Spagna, e per quanto il padre abbia ammesso il suo errore nei confronti di Puente Viejo prima di morire, il suo destino sarà giocato a testa o croce. Direi che ha cinquanta per cento di possibilità di uscirne bene”. I tre non sanno che Juanita e Camelia stanno ascoltando la conversazione della scala che porta ai piani superiori. La figlia di Nicolas non è abbattuta. Al contrario, il suo sguardo brilla con la decisione di chi è disposta a fare qualcosa in più che aspettare che il padre torni dopo aver chiuso i conti con la giustizia.

CONTINUA…


 Il Segreto, la storia continua… A MARZO: ANCORA NICOLAS

LA SORTE DI NICOLAS

QUALE DESTINO ATTENDE IL VEDOVO DI MARIANA IN CARCERE? LIBERO PER AMNISTIA O CONDANNATO AD ANNI IN UNA CELLA?